Dinner time.

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    Quell'assurda giornata stava mettendo in discussione il suo autocontrollo. Tecnicamente era Juliette che lo stava facendo e questo portò Christian a chiedersi cosa diavolo stesse succedendo tra di loro. Insomma... c'era stato un momento - poco fa - in cui il bisogno di chiedere di più aveva invaso il suo corpo e la sua mente. Lo sguardo di lei - preoccupato e teso -, la mano posta sulla sua guancia, le sue labbra che quasi tremavano.
    S'era immaginato di baciarla per almeno dieci volte, dopo aver deciso di lasciarle il tempo per cambiarsi.
    Perché diavolo l'aveva invitata fuori? Oddio... le aveva soltanto chiesto di andare a mangiare qualcosa visto che aveva terminato di allenarsi in palestra ma ... dannazione era stupido se non faceva altro che pensare all'assurdità della cosa? Perché era assurdo, vero? Il suo bisogno di sentirla vicina, di uscire con lei ... era completamente assurdo, no? Fino a poco tempo fa si detestavano... odiavano quasi! Quella mattina stessa avevano persino litigato! Adesso invece non vedeva l'ora di vederla uscire dalla struttura scenario di... cosa? La dichiarazione di entrambi?
    Non aveva mai pensato a lei in quel senso... non aveva mai fatto caso a quanto i loro corpi s'attirassero l'uno all'altro come una calamita. Il loro non era un fatto soltanto fisico però... era ... era una cosa che andava oltre. E Christian aveva paura... paura di scoprirne il motivo.
    Sospirò a fondo scuotendo leggermente il capo. Non si sarebbe vietato qualcosa che l'avrebbe fatto stare bene... quella ragazza lo faceva stare bene e da quel momento in poi avrebbe seguito il suo istinto. Cos'aveva da perdere, dopotutto?
    Lasciò cadere per terra lo zaino appoggiando la schiena al cancello dell'edificio, aspettando che Juls uscisse dalla palestra.

    Post cortino, scusa .-. Ma ho il cervello fuso :/
    christian "chris" o'grady [ x ]
    20 anni - studente di psicologia - povero - cameriere e commesso
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    scusa per la risposta >.<

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    Juliette Scarlett O'Connor«DI QUESTI TEMPI LA FUGA È L'UNICO MEZZO PER CONTINUARE A SOGNARE»
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    trana... Mi sentivo così terribilmente strana e non riuscivo a capire il perché di tutto questo. Questa mattina ero venuta in questo posto,in questa palestra nella speranza di sfogarmi e di non pensare a nulla, di non pensare ai miei incubi a quei ricordi di una vita passata, alla mia vecchia famiglia al fatto di non avere amici ma in modo particolare di non pensare a Christian, quello che fino a cinque secondi fa avevo sempre visto come un collega rompiscatole odioso e insopportabile. Non sapevo neanche io il perché di tutto quell'odio che avevo nei suoi confronti, forse era dovuto al fatto di avere un problema con gli uomini in generale specialmente dopo quello che mi era successo con il mio patrigno o veramente non sapevo cos'altro pensare. Non so spiegare neanche io tutto questo. Ogni volta che lo vedevo o che incrociavo per sbaglio quei suoi occhi così assolutamente meravigliosi... No aspetta che? Fermi tutti evidentemente ho avuto una svista quindi torniamo indietro... Dunque dicevo, ogni volta che mi capitava anche solo di incrociare i suoi occhi merav...oh e basta Juli. I SUOI OCCHI! Dentro di me mi sentivo strana avevo paura che quei suoi occhi potessero guardarmi dentro fino in profondità, che con i suoi occhi potesse vedere dentro di me quella Juliette spaventata e ferita dal suo passato e non potevo farmi vedere fragile da lui. Per questo mi ero sempre mostrata distaccata e menefreghista di tutto quello che gli succedeva (anche se dentro mi preoccupavo sempre per lui) fino a pochi minuti fa quando fuori da questo spogliatoio mi aveva confessato quello che succedeva nella sua casa, in quella che doveva essere per lui un rifugio sicuro, un posto dove potersi rifugiare ogni volta che aveva qualche problema. Sapere che suo padre, l'uomo che doveva proteggerlo da tutto e tutti, era la prima persona a fargli del male mi lascio completamente senza parole, non potevo credere a quello che mi aveva confessato. Come poteva suo padre l'uomo che doveva proteggerlo fargli lui del male? Come si poteva far del male ad un ragazzo come lui?
    Sospirai pesantemente mentre richiudevo il borsone, per poi portarlo in spalla avviandomi infine verso l'uscita della palestra. Dovevo fare per forza qualcosa per lui, aiutarlo in qualche modo, se non era suo padre a proteggerlo lo avrei fatto io. Si io avrei protetto questo ragazzo meraviglioso che ora era lì davanti al cancello che mi aspettava per andare a mangiare insieme, si io mi sarei presa cura di lui, lo avrei difeso da tutto e tutti.
    Sistemai un ultima volta il borsone sulla mia spalla avvicinandomi a Christian eccomi, scusa il ritardo ma ho avuto un piccolo problema con la doccia dissi guardandolo stringendomi nelle spalle allora dove andiamo a mangiare? chiesi infine accennandogli ,per la prima volta in vita mia, un piccolissimo sorriso.
    codice role © Akicch; NON COPIARE - WANT YOUR OWN? GET IT


    Edited by firewörk. - 1/7/2016, 10:46
     
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    I terribili minuti passati col padre facevan ormai parte di un vecchio ricordo chiuso dentro un cassetto a doppia mandata. Juliette aveva allontanato ogni negatività... dubbio e pensiero distorto. Paura, sofferenza, dolore... non c'era più posto per loro, né tanto meno per il padre ed il suo brutto carattere. Sua madre ne sarebbe stata fiera... finalmente si lasciava andare, finalmente permetteva a qualcuno di sconvolgergli la vita. E dannazione se Juliette non lo faceva! Sembrava essere una professionista in quello!
    Cosa diavolo stai facendo? era proprio con quelle parole che il vecchio Christian avrebbe cercato di fermarlo. A lui interessava soltanto la droga, l'erba e tutto quello che poteva ricavarne. Le ragazze, l'amore e l'amicizia erano pensieri che si auto-escludeva, convinto che l'avrebbero soltanto fatto soffrire. Quanto si sbagliava però... quanto!
    Eccomi, scusa il ritardo ma ho avuto un piccolo problema con la doccia. per poco non sobbalzò, era così concentrato nei propri pensieri che per un primo momento aveva sentito il cuore perdere un battito. - Mi hai spaventato Christian, non ti hanno mai insegnato che è maleducazione arrivare in quel modo alle spalle della gente? decise di prenderla in giro, provocandola con innocenza, ricordando il piccolo momento in cui - aimé - le aveva fatto prendere uno spavento, facendola saltare in aria proprio come aveva fatto lei.
    Allora dove andiamo a mangiare? Christian inarcò un sopracciglio. A quello non c'aveva proprio pensato. - Mmmm, prima lasciamo i borsoni in macchia, poi decidiamo. rise divertito, scuotendo il capo. - Tu dove vorresti andare? le domandò, mentre tranquillo s'avvicinava alla sua auto, facendole segno di seguirlo.
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2 replies since 22/6/2016, 07:27   138 views
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